Mystic River dopo vent’anni è ancora il miglior film di Clint Eastwood

Mystic River dopo vent’anni è ancora il miglior film di Clint Eastwood

Mystic River dopo vent’anni è ancora il miglior film di Clint Eastwood


La sfilata finale, con il fantasma di Dave (dato per scomparso ufficialmente) che aleggia sulla parata del quartiere, con Sean che apertamente minaccia Jimmy sapendo che cosa questi ha fatto, è la coerente prosecuzione di quella linea di vendetta, violenza e angoscia che per Eastwood sono un tratto distintivo della società, certamente non solo americana. Sean è e si sente impotente, in lui Eastwood (da buon libertario di destra) ci mostra una metafora della fallacia del sistema, di come la legge sia solo un’ombra della giustizia, che tutti agognano ma nessuno veramente conosce. Quel fiume che scorre oscuro, ha visto crimini, morti, violenza, che dai tempi del colonialismo si sono poi prolungati fino ai nostri giorni, fino a quella città labirinto dove la prevaricazione rende Sean un figura inutile, dove dominano stupri, pedofilia, famiglie smembrate e clan.

article image

Il film con Pierfrancesco Favino esce il 9 marzo nei cinema ed è il più interessante film criminale scritto e girato in Italia da anni

Mystic River avrebbe fatto incassare a Sean Penn e Tim Robbins due meritati Oscar, ma soprattutto avrebbe permesso a Eastwood di dare via ad un corso unico per fertilità e potenza. Da quel momento il cineasta americano ci avrebbe guidato dentro un cinema fatto di vita vera e persone reali, della necessità di riscoprire l’importanza della solidarietà e dei rapporti umani in una società che è giungla. Lo avrebbe fatto con un altro capolavoro come Million Dollar Baby, con Gran Torino e la doppia visione della tragedia di Iwo Jima, fino all’ultimo Cry Macho. Mystic River, tragico affresco distante dall’epica americana, mix di genere unico nella sua caratterizzazione ibrida, capace di una profondità e complessità uniche nella caratterizzazione di vari personaggi, rimane dopo vent’anni la sua prova di regista più raffinata e complessa.

Forse non è la più accessibile o di facile fruizione, ma di certo la più potente nel mostrarci come il passato ci talloni, come siamo meno perfetti di quanto ci vantiamo, quanto siamo incapaci di ammettere le nostre colpe e debolezze prima di tutto verso noi stessi. Squisito dal punto di vista formale, con una regia semplicemente perfetta, rimane uno degli ultimi acuti di una certa cinematografia americana, quella più autoriale e autentica, che dalla letteratura al cinema, ha avuto nel fu Ispettore Callaghan l’ultimo vero cantore, l’ultimo vero narratore. Il dramma è quanto oggi questo tipo di cinema, etico ma mai moralista, sia stato messo in disparte, per inseguire una facile retorica, una banalità di contenuti da vendere un tanto al chilo simulando una profondità assolutamente inesistente.



Leggi tutto su www.wired.it
di Giulio Zoppello www.wired.it 2023-10-15 04:30:00 ,

Previous A Caivano academy formative e un festival di arti e scienze …

Leave Your Comment